giovedì 4 aprile 2013

Vi racconterò di un viaggio...

Tutto è cominciato quando mi resi conto che soffrivo di stanchezza diffusa, noia quotidiana, ira improvvisa, e si... ero arrivata al capolinea....troppo lavoro...dovevo trovare un rimedio... possibilmente un rimedio poetico, avevo bisogno di qualcosa...ma, di cosa?!...ma, certo!...di un annuncio!:
- «Cercasi disperatamente giorni di vacanza».Avevo deciso che la mia vita aveva bisogno di fermarsi e soprattutto avevo bisogno di riposo ma, questo non bastava volevo partire con il mio Principe Ranocchio ma, lui è un osso duro.

All’annuncio non rispose, avevo atteso giorni, settimane e niente, lui non mi stava a sentire, e soprattutto non si sentiva in dovere di soccorrermi.

Provai allora con un nuovo annuncio: - Cercasi disperatamente compagno di viaggio per recarsi sull’isola che non c’è». Mi rispose subito lui: - «Principe Ranocchio, bello e generoso offre servizio baci per salvare bella donzella, generosa e buona per offrirle ottimo soggiorno in Hotel nel Bel Paese dei Balocchi». Accettai immediatamente e ci incontrammo il giorno stabilito...

Fu una grande sorpresa...immaginavo fosse lui o meglio ci speravo tantissimo...

Ero certa che fosse lui il mio Principe… lo riconobbi subito vedendolo arrivare da lontano dal suo bel portamento baldanzoso e dalle sue gambette slanciate, e man mano che si avvicinava da quel suo splendido sorriso...si presentò con un bel bouquet di matite colorate belle a punta e con una maschera sul viso...un attimo di attesa...e poi...appena tolta la maschera... ci fu l’ennesimo colpo di fulmine.

Dopo generosi abbracci e baci fui travolta da un passo di danza a due...tra piroette e casquet...fui letteralmente trascinata dalla passione.

Adesso volevamo partire e molto di più volevamo anche rinnovare la nostra promessa d’amore.

Annunciammo a tutta la famiglia della nostra decisione di partire, tutti ne furono entusiasti e vollero aiutarci nella ricerca di dove andare a trascorrere la nostra piccola vacanza: Mamie arrivò con un ritaglio di giornale dove c’era scritto: «Affittasi appartamentino in mezzo alla foresta con vicino miniera: 7 posti letto e angolo cucina da riordinare. Aria pulita e animali a vista»; Papà aveva trovato un monolocale, struttura in mattoni, completa di camino con difesa antilupo, Cristina e Flà una splendida casa di pan di zenzero con serramenti in marzapane, tetto di panna montata e porta di canditi adatta a due bambini supergolosi e ghiottoni, la Nonna ci offrì un compagno di viaggio: un grillo parlante come coscienza per bambini incoscienti, Luciano e Velia trovarono un ottima offerta ma, che fu subito acquistata: affitto campo dei miracoli per coltivazione zecchini d’oro, ma, il pensiero più tenero arrivò da Tommy, il nostro nipotino, ci regalò le briciole di pane di Pollicino da utilizzare come segnapercorsi e soprattutto per ritrovare la strada di casa.

Alla fine contattammo l’Agenzia Matrimoniale «Principesse e Principi Ranocchi» che offriva castelli romantici con panorama di tutte le fiabe e scegliemmo di andare a Parigi la città degli innamorati...

Scegliere il mezzo di trasporto fu un impresa tra: carrozza con tiro a otto cavalli neri per importanti balli al castello, zucca trasformabile in carrozza a due posti con sedili vellutati, passaggio gratuito su rondine per viaggio nel mondo delle persone piccole, era veramente difficile scegliere, alla fine optammo per lo stivale delle sette leghe per viaggi comodi e veloci...e in men che non si dica giungemmo a PARIGI, BELLA e ROMANTICA, come non mai. Arrivammo di mattina era fine primavera, quando le nuvole si inseguono e si specchiano nella Senna nelle giornate ancora fresche, preludio di un’estate dolcissima seduti ai tavolini dei bistrot di Saint Germain des Prés godemmo della bella giornata.

Una leggera pioggerella improvvisa ci diede il benvenuto... ricordo che dissi: «Siamo fortunati!!!, in uno dei miei film preferiti (Sabrina), la protagonista si augurava di vedere Parigi con una leggera pioggerellina questo perchè i platani dei giardini, bagnati dall’acqua emanano un odore particolare che profuma tutta la città».

Piove... improvvisamente... e i tetti di Parigi s’accendono di un lucido sfavillio. Non une grandeur de roi, ma un angolo sperduto che si riveste di gaia dignità, frizzante, sfuggente giocoso.

Su tutto la musica de «La vie en Rose», cui la pioggia si accorda e lontano all’orizzonte, uno sguardo di rosa intenso che dissolve ogni modernità mentre un esprit bohemien svela per un momento la sua latente, eterna esistenza.

Un istante di pioggia basta a Parigi per un arcobaleno, pennellate di joie de vivre sui capricci di un cielo bizzarro e sulle note di una canzone senza tempo dedicata a tutti gli innamorati.

Questo fu il nostro ingresso a Parigi.

LA VIE EN ROSE
Des Yeux Qui Font Baisser Les Miens
Un Rire Qui Se Perd Sur Sa Bouche
Voila Le Portrait Sans Retouche
De L’homme Auguel J’appartiens
Quand Il Me Prend Dans Ses Bras,
Il Me Parle Tout Bas
Je Vois La Vie En Rose,
Il Me Dit Des Mots D’amour
Des Mots De Tous Les Jours,
Et Ca Me Fait Quelques Choses
Il Est Entre Dans Mon Coeur,
Une Part De Bonheur
Dont Je Connais La Cause,
C’est Lui Pour Moi, Moi Pour Lui
Dans La Vie Il Me L’a Dit,
L’a Jure Pour La Vie,
Et Des Que Je L’apercois
Alors Je Sens En Moi,
Mon Coeur Qui Bat...
Des Nuits D’amour A Plus Finir
Un Grand Bonheur Qui Prend Sa Place
Les Ennuis, Des Chagrins S’effacent
Heureux, Heureux A En Mourir


LA VIE EN ROSE
Occhi che fanno abbassare i miei
Un sorriso che si perde sulla sua bocca
Ecco il ritratto senza ritocchi
Dell’uomo a cui appartengo
Quando mi prende tra le sue braccia
Mi parla piano
Io vedo la vita in rosa,
Lui mi dice parole d’amore
Le parole di tutti i giorni,
E in me questo provoca qualcosa
Lui è entrato nel mio cuore,
Una parte di felicità
Di cui conosco la causa,
Lui è per me, e io per lui
Nella vita lui me l’ha detto,
L’ha giurato, per la vita,
E da quando me ne sono accorta
Allora io sento in me,
Il mio cuore che batte...
Notti d’amore a non finire
Una grande felicità prende il suo posto
I fastidi, i dispiaceri si cancellano
Felice, felice da morire.

Camminammo abbracciati, stretti, stretti sotto ad un piccolo ombrello rosa, ci ritrovammo su Pont d’Arcole il famoso ponte della scena finale del film «Tutto può succedere» con le torri di Notre Dame sullo sfondo.

Di là di Pont d’Arcole, sulla Rive gauche passeggiammo e curiosammo tra Les bouquinistes, le bancarelle di stampe e libri di seconda mano, ogni tanto ci fermavamo a godere dello spettacolo dell’Ile de la Cité, il cuore di sempre di Parigi. Di fronte alle bancarelle, il nostro Albergo piccolo e delizioso....ci aspettava RICCIOLI D'ORO la quale curiosamente portava una strana parrucca turchina, ci spiegò che era stata nominata aspirante fata, tutto sommato non le stava male, ci assegnò una camera in stile assolutamente parigino con letto a baldacchino con 20 materassi di seta e scaletta d’oro e con ahimè pisello incorporato, il caminetto acceso dava calore e la camera era perfetta per coppie innamorate, le finestre e il balconcino si affacciavano sulla superba Cattedrale di Parigi.

Dopo un bellissimo bagno di schiuma con “Bagnoschiuma Arruffapiume” della «Brutti Anatroccoli» ci vestimmo per uscire e continuammo la nostra passeggiata.

Intorno a Notre Dame, ad ogni angolo si vive l’emozione dei luoghi della storia di Parigi. La Crypte Archéologique, con reperti celtici della Parigi di 2000 anni fa; la Sainte-Chapelle voluta nel 1248 da Luigi IX per accogliere la corona di spine di Gesù; la Conciergerie ovvero la prigione della rivoluzione del 1789 dove furono detenuti la regina Maria Antonietta, Danton e Robespierre in attesa della ghigliottina oltre ad altri prigionieri illustri. Point Zero, davanti a Notre Dame è invece il punto in cui si misurano tutte le distanze riferite a Parigi: calpestatelo e tornerete a Parigi.

Da Notre Dame continuando a passeggiare a St-Germain-des-Pres, il quartiere che negli anni Cinquanta del Novecento fu degli intellettuali, degli scrittori, dei letterati. Oggi in boulevard St-Germain non passeggiano più Hemingway, Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir ma sono rimasti i café e le brasserie che frequentavano, così piacevoli e così belli. Tra i Cafè storici, c’è Les Deux-Magots, frequentato a inizio ‘900 da poeti come Rimbaud e pittori come Picasso, e il più prestigioso di tutti, il Le Flore, il cafè degli intellettuali come Sartre e Camus. Il tempo seduti ai tavolini sembra non passare mai, tra una lettura, un piatto di coq au vin (galletto al vino), una conversazione e quell’atmosfera che solo Parigi sa regalare!

«Tutti dovrebbero avere la fortuna di vedere Parigi», La Ville Lumiere. Se poi si riesce anche ad avere la fortuna di entrare a cenare in una famosa brasserie quale Le Grand Colbert, il quadro è perfetto; un locale Bella Epoque, perfetto per un incontro romantico. Assolutamente proustiano, l’atmosfera fin de siècle che si mastica è incredibile.


Ed ecco sul più bello spuntare fuori il grillo che amorevolmente ci aveva regalato la Nonna: «non è un pò troppo caro questo posto?» - «vi porto io in un bel posto!!! Proprio qui vicino! Da un mio vecchio amico!!! Il più grande Chef di Parigi ve lo assicuro. Lo dice anche il più assiduo frequentatore del locale nonchè il più potente critico inflessibile gastronomico di Parigi, Anton Ego, pensate...Può creare la reputazione di un ristorante o distruggerla con una sola recensione» - «La vera cucina è questione di sperimentazione, di coraggio, di curiosità. Si tratta di mescolare ingredienti inediti e dare vita a nuove (e magari non sempre riuscite) sintesi, come spiega Remy, il mio grande amico chef» «VI PORTERO’ DA RATATOUILLE!!!, CHE NE DITE?». «Cosa possiamo dirti...CHE CI AVEVI CONVINTO DA -«Non è troppo caro questo posto?». Dopo una bella risata una sbirciatina qua e là, salutammo gentilmente e poi...Di corsa ad assaporare le delizie dei piatti cucinati da Remy. Piatto forte: la ratatouille, da cui prende il nome il locale.

 

Ratatouille
Un altro classico francese, che nella reinterpretazione di casa mia ancora oggi preparo in estate, quando la varietà di verdure adatte è più ampia e ha tutto il sapore dell'estate. Cucinandola una volta, ne preparo a sufficienza per tre pasti. Del tutto priva di grassi, la ratatouille sembra ugualmente ricca grazie al sugo che producono le verdure. Un segreto per ottenere il massimo del gusto, fattela cuocere adagio, adagio.

Ingredienti
1,5 kg. di pomodori
1,5 kg. di zucchine
1,5 kg. di melanzane
8 spicchi d'aglio
prezzemolo
basilico
timo fresco
Sale e pepe macinati al momento
Olio extravergine di oliva
Prezzemolo, basilico e timo fresco per guarnire

- La prima versione si serve a temperatura ambiente come minestra.
- La seconda versione, che riutilizza quanto avanzato dalla prima, si serve come contorno per il pollo o per la carne in genere.
- La terza versione, che riutilizza quanto avanzato dalla seconda, si usa per guarnire la pizza, creando un ottimo piatto unico o un antipasto.

Versione A
1. Utilizzate quantità identiche di pomodori, zucchine e melanzane. Lavate e tagliate a fette spesse le verdure.
2. In una pentola grande a fondo spesso, formate alcuni strati di verdura disponendo prima le melanzane, poi i pomodori e infine le zucchine. Ripetere fino a quando la pentola è piena fino a quasi il bordo, aggiungendo fra uno strato e l'altro qualche spicchio d'aglio, un po' di prezzemolo, basilico e timo. Salate e pepate.
3. Coprite e fate cuocere a fuoco molto basso fino a quando le verdure risultino morbide, all'incirca 2 ore 2 ore e mezzo.
4. Lasciate raffreddare e servite dopo 20 minuti in fondine da minestra: a questo punto, infatti le verdure hanno rilasciato tutta la loro acqua, la ratatouille è più una minestra. Aggiustate di sale e pepe e insaporite con un velo di olio extravergine e una bella manciata di prezzemolo, basilico e timo tritati grossolanamente.

Versione B
1. Fate scaldare 2 cucchiai di olio extravergine e dopo averle scolate dal loro liquido (che potrete riscaldare e bere tiepido), unitevi le verdure avanzate dalla ratatouille.
2. Fate cuocere a fuoco dolce fino a quando il misto di verdure si addensa.
3. A piacere unite 1/2 tazza di formaggio grattugiato (parmigiano o qualunque varietà di vostro gusto.

Versione C
1. Comprate o preparate ( con farina, acqua, lievito e sale) la pasta per la pizza.
2. Potete sbattete un uovo con le verdure della ratatouille avanzate dalla seconda preparazione oppure unirla a una dadolata di mozzarella fresca ( meglio se di bufala).
3. Disponete il composto di verdura sulla pasta stesa.
4. Aggiungete un filo di olio extravergine e se volete anche un po' di parmigiano grattugiato e fate cuocere come una normale pizza.