sabato 30 giugno 2012

Il mio cuore e la mia indole è col viaggiatore...


Adoro viaggiare, se potessi, viaggerei di continuo... nel viaggio, la vita sembra vibri a modulazioni inconsuete, c’è più adrenalina, il cuore è più allegro.
L’inaspettato, lo sperdersi, mi fa sentire più viva, mi attiva i sensi e sconvolge qualsiasi mio pregiudizio.
Quando arrivo ad essere spaesata, si rompe qualsiasi schema mentale.
Incontrare e conoscere nuovi odori, nuovi sapori, nuovi colori che non pensavi neanche potessero esistere.

Si impara di continuo e dobbiamo imparare di continuo, nulla è più scontato, neppure prendere un mezzo o ordinare dal menù al ristorante.
Nessuno ci conosce, nessuno conosce la nostra storia, il nostro nome, il nostro viso, veniamo visti e guardiamo in modo nuovo.

È un momento "unico", un’occasione, dove cercare anche un io più vero, più profondo.
È anche vero che ci sono altre vie per esplorare.

Dice Lao Tzu nel Tao Te King: "Senza uscire dalla porta, conoscere il mondo!
Senza guardare dalla finestra, vedere la Via del Cielo!
Più lontano si va meno si conosce.
Perciò il Santo conosce senza viaggiare;
egli nomina le cose senza vederle;
egli compie senza azione".

C’è del vero, del resto: c’è chi viaggia sempre e non parte mai, avvolto in un bozzolo di pregiudizi. C’è chi parte e va lontano senza bisogno di viaggiare.
C’è chi parte e viaggia e c’è chi non parte e non viaggia.
Forse il punto non è se stare a casa o partire, però lo dico: il mio cuore e la mia indole è col viaggiatore, non sono né così saggia né così malata da star bene solo dove sono nata e dove vivo.

Adoro anche quando sbaglio strada e credo che questo succeda di continuo al viaggiatore: cerca una cosa e ne trova un’altra.
Quando viaggio trovo assolutamente bello e incredibile non capire.
Si! Non capire, ritrovarmi a non comprendere le parole che mi circondano...
privati come siamo improvvisamente di ciò che è più importante...la capacità di comunicare.

La parola diventa suono, una specie di sottofondo ai nostri pensieri, ed è favoloso sedersi in un gruppo e non avere nessun obbligo di capire o dire, immersi in una gelatina di suoni.
Che c’è nella lingua? Cosa nasconde? Cosa ci sottrae?
Durante i miei viaggi, in particolare nei paesi mediorientali e orientali, non ho tentato di imparare l’arabo ne alcuna delle lingue berbere o indi.
Non volevo perdere nulla della forza di quelle strane grida.
Volevo essere colpita da quei suoni per ciò che essi erano, e non volevo che nulla fosse attenuato da cognizioni inadeguate e artificiose.
Viaggiare!!! Lasciarsi andare, immaginate di lanciarvi all’indietro nel vuoto con le braccia aperte e fatevi prendere e fatevi abbracciare dal mondo...questo per me è viaggiare!
Spaventoso? Folle? Forte? Giusto? Sbagliato?

venerdì 29 giugno 2012

Il quadrilatero del silenzio...

Ci sono giorni in cui vorresti che il silenzio la facesse da padrone, giorni in cui hai bisogno di sentire solo i tuoi pensieri, giorni dove non vorresti aprire bocca per tutto il tempo e goderti la quiete del nulla e il sibilare del vento...in questi giorni un po' così mi piace recarmi nel così detto quadrilatero del silenzio: una tra le zone in assoluto più belle della mia città. Qui è veramente molto raro incontrarvi qualcuno, sarà perchè sono rarissimi i caffè o i locali in genere e rarissimi i negozi, comunque da sempre me la ricordo così assordantemente silenziosa. Com'è possibile trovare tanto verde e tanta pace a pochi passi dal centro della città, è presto detto: iin questa zona un tempo sorgevano conventi e ville, era una sorta di piccola oasi spirituale, dove venire per riposare mente e cuore.
Si arriva da Corso Venezia all'altezza della fermata della metropolitana Palestro un grande arco fa da ingresso a un mondo inaspettato. L'atmosfera da subito inizia ad essere vagamente retrò ma quando si arriva in piazzetta Duse è qui che comincia il percorso da fare rigorosamente da soli o con un compagno/a assolutamente rispettoso del silenzio... io e Alberto, allora fidanzati, ci siamo persi per parecchio tempo per queste vie, ci piaceva restare così in sospeso lontano dal caos e ancora oggi se ci capita di essere vicino...Questa piazza elegante con i suoi palazzi liberty, le bellissime cariatidi e le profumate rose antiche è dedicata all'eterna amante di D'Annunzio. Poche aree di Milano hanno così tanto da offrire. Camminare assaporando il silenzio di queste vie è incredibile sono le ville, i giardini e i palazzi che si incontrano.



Casa Necchi Campiglio, dei primi anni trenta perfettamente conservata in via Mozart, dall'esterno si presenta come un grande parco cintato da alte mura, ma nasconde una piscina e un campo da tennis: scenario perfetto per un film. 


Il citofono di via Serbelloni 10 è fantastico da non perdere, sembra sottolinei il silenzio che regna sovrano, un enorme orecchio, opera di Wild, che a Milano ha lasciato tante tracce, tutte magicamente in bilico tra Gaudì e Dalì.


Due palazzi Palazzo Fidia e Palazzo Berri Meregalli sono stupefacenti in cui potrebbe abitare chiunque da Mago Merlino a la bella Raperonzolo: due palazzi da favola da non credere possibile che qualcuno se li sia inventati e costruiti così. Dei primi anni venti in quell'epoca così razionale e poi all'improvviso questi due palazzi...al numero due di via Melegari si trova Palazzo Fidia.
Non è possibile non vederlo tutto interamente in cotto, una struttura eclettica con torri, inserimenti classici e futuristici sembra davvero un incrocio tra un castello e una stazione spaziale.  Tornando indietro e poi entrando in Via Vivaio c'è un  palazzo totalmente in pietra scura che sembra incrostato di carbone e conchiglie è Palazzo Berri Meregalli costruito nei primi anni Dieci. Con i suoi mattoni a vista, i soffitti a mosaico, i putti e i ferri battuti è unico potrebbe essere veramente il portale d'accesso ad un altro Mondo per stranezza e bellezza se poi entrate nell'androne preparatevi ad un tuffo al cuore. Sembra di stare in un salone regale: mosaici in alto, mosaici in basso, pavoni, stucchi, e poi l'oro e i colori delle nicchie luccicano e scintillano ricordando i quadri di Klimt, in fondo una statua opera di nuovo di Wildt una testa cinta di ali " una Vittoria Alata" risalente al primo dopoguerra. 
Ho sempre invidiato gli abitanti di questo Palazzo e a volte mi sono immaginata fossero strane creature...ma le sorprese non sono ancora finite la più grande l'ho tenuta per ultima. In Via dei Cappuccini 9 c'è una cancellata verde e ottone dentro c'è una villa che è quasi una reggia, circondata da un parco enorme; vasche e fontane ne movimentano la superficie e un grazioso sentiero di ghiaia di rosa conduce all'ingresso dell'edificio. Non mi è mai riuscito di capire chi ci abiti però mi è capitato di vedere passeggiare in giardino una coppia di vecchietti accompagnati da una cameriera o una governante che sembrava esser saltata fuori da un libro di Jane Austen. 
Rifacendomi al nome della via il giardino era sicuramente un tempo quello di un convento, poi trasformato in principesco palazzo; si tratta comunque di un luogo spirituale e magico dove si possono incontrare magnifiche ed improbabili creature...guardate bene e li troverete...li, immobili in questo giardino solenne si aggira uno stormo di fenicotteri rosa. 

 Non sono trattenuti da nulla, ne incatenati ne chiusi in gabbia. Volendo potrebbero volar via invece restano a specchiarsi nei rigagnoli d'acqua a godersi il silenzio e la quiete. Nel parco c'è anche una coppia di pavoni se vi capiterà di vedere il maschio cosa assai rara e dovesse mai aprire la ruota della sua coda sarà un giorno davvero speciale. Con gli occhi pieni di un miracolo che si è compiuto in un momento torno al quotidiano sapendo che quando vorrò attraversando l'invisibile specchio nascosto nell'arco di via Salvini tornerò a godermi il silenzio.

Giocare alla Pétanque sorseggiando Pastis...

Adoro l'estate, ma penso che sia proprio per la sua breve durata e il suo sapersi far desiderare. Inizio a pensare alle vacanze non appena vedo spuntare un raggio di sole tra le nuvole di marzo. La luce cambia e si ha voglia di liberarsi dagli impicci dell'inverno e tutto quello che è stato "calore" sparisce per far posto alla freschezza e alla leggerezza.
Non aspetto altro che scappare ogni tanto e recarmi nel Sud della Francia, in Costa Azzurra, il mio itinerario preferito e prelibato. Questo angolo di mondo ha sempre esercitato su di me un fascino davvero speciale. Non so dire cos'è sarà il sapiente miscuglio delle cose, saranno le persone, i tramonti, saranno le ostriche che qui ho iniziato ad apprezzare e ad amare, le moules mariniere, la tartare che come qui non riesco a trovare altrove, il buon vino, la lavanda, i profumi. Ho avuto la fortuna di poterci andare spesso e dalla Costa Azzurra sono partita alla scoperta della Camargue e della Provenza. 


La prima volta che ci sono andata era fine giugno ed era un sogno. Negli anni che avevano preceduto questa mia vacanza avevo visto, per mia fortuna, una buona parte di mondo: Europa, Grandi città d'arte. Piccole isole dei Caraibi, l'Asia che tanto amo tra il Nepal, l'Indonesia, Singapore, Hong Kong...
Ma Cannes mi stregò con il suo fascino in un solo colpo, nello stesso istante che scesi dall'auto, il profumo dei fiori misto al mare, la brezza leggera che mi accarezzava le guance, il sole caldo e assoluto, ma non esagerato. Le sue viuzze che in questa parte del Sud della Francia sono uno scenario suggestivo...ma al di là dei grandi hotel stellati, dell'architettura splendida, dei musei, al di là che l'arte è ovunque e che è la terra di vita e di realizzazione dei più grandi artisti del XX e del XXI secolo, Picasso, Chagall, Monet, Renoir...al di là di tutto questo, quello che mi stupì di più e che mi continua a stupire era la gente. La gente sembrava essere intenta sempre e ovunque a Vivere e a Vivere con eleganza, assaporando la Vita.
Fu allora che capii che qui avrei voluto invecchiare. Perché gli anziani mi sembravano contenti, riuniti a giocare a pochi metri dal mare alla Pétanque sorseggiando Pastis con quel sapore fresco di anice, mi affascinò vedere queste strane bocce e vedere giocare con così tanta compostezza. Fino ad allora avevo avuto in qualche modo timore di invecchiare. Ma li tutto sembrava migliore, anche le rughe e andare in giro con i capelli bianchi raccolti o lasciati cadere sulle spalle. Mi immaginavo una me stessa diversa che camminava mano nella mano con mio marito, serena e felice. Intenta ad assaporare i profumi e i sapori di questa magnifica regione. Quell'estate iniziai a mangiare in modo diverso, non è stato drastico il cambiamento direi piuttosto il contrario, molto, molto lento, ma era ormai radicato in me...


Ho passato molti anni e molte ricorrenze in questa parte di mondo da Monte Carlo a Saint Paul de Vence a Nizza a Cannes e Saint Tropez. Non mi serve altro per dire che adoro questa terra, e tornarci ogni volta che ne ho la possibilità mi fa sentire come se stessi tornando a casa. Vorrei trascorrere gli ultimi anni della mia vita in una casa leggermente in collina sopra a Cannes sorseggerò Pastis e giocherò a bocce felice che in Francia la regola dica che non si possono staccare i piedi da terra, perché per quell'epoca certamente le mie gambe non ce la faranno più. Amerò ancora cucinare e aprendo le finestre della cucina al vento del Mistral, sarò felice di usare le erbe di Provenza e il fleur de sal di Camargue comperati al mercato locale. Coltiverò violette per caramellarle lentamente nello zucchero. Mi dedicherò alle confetture di rosa e lamponi, sarò sapiente maestra nel preparare ottimi paté. Sognerò ancora tavole con tovaglie bianche di fine fiandra profumate di lavanda sotto pergolati di uva fragola, sfornerò pane profumato e croccante usando la ricetta di mio papà ricordandomi della mia famiglia. E amerò la vita che avrò vissuto fino a quel momento...